Crepa padrone, tutto va bene di Jean-Luc Godard e Jean-Pierre Gorin, Iris, ore 1:01. Giovedì 31 ottobre 2019.
Godard meets Jane Fonda, e già questo. Film pazzesco, indigeribile, datatissimo, forse inguardabile oggi (forse), eppure indispensabile. Vi pare si possa far finta di niente di fronte a un Godard d’annata (siamo nel 1972), nella sua stagione più estrema – linguisticamente e politicamente – e più follemente godardiana? Sì, vero, questo film Jean-Luc Godard lo firma assieme a un certo Jean-Pierre Gorin, a quei tempi suo referente ideologico-teorico-marxista, ma resta completamente suo, e ci mancherebbe. Film militante, in cui il suo autore incontra la diva più leftist in circolazione allora, Jane Fonda of course, Hanoi Jane, americana ma per un pezzullo anche francese essendo stata la consorte di Roger Vadim. Non bastasse, qua dentro, in questo Tout va bien (è il più sobrio titolo originale), c’è pure Yves Montand, altra star (del cinema francese) impegnata da tempo immemorabile nel giro comunista. Da tutti questi strani incontri e incroci di vite e esperienze esce qualcosa di unico e non ripetibile, e mai più ripetuto. Una specie di manifesto del cinema militante con tutti i vezzi e i vizi didascalico-brechtiani però, per via del suo cast stellare, spettacolarizzato a uso delle grandi masse (intese come pubblico). La storia è esemplare fino alla parabola. Una coppia di borghesi in crisi – lui, Montand, è un regista già engagé e ora disilluso, lei, Fonda, è la moglie americana di professione reporter – si ritrovano a filmare uno sciopero in una fabbrica di salumi di un macchiettistico e laido padrone italiano, che è poi Vittorio Caprioli, strepitoso. Quando la fabbrica verrà occupata i due saranno presi per così dire in ostaggio dagli operai, e vivranno con loro momento per momento l’occupazione rendendosi conto di cosa significhi essere classe ouvrière. Fastidioso, come no, come son fastidiose le prediche e le concioni ex cathedra. Però quel genio della macchina da presa di Godard, uno dei pochi che il cinema l’hanno davvero inventato e reinventato, sa restituirci pure in questo garbuglio ideologico indigeribile momenti assoluti: la carrellata (e controcarrellata) lungo le casse del supermercato, le scene di vita di fabbrica e di ufficio mostrate da fuori attraverso le vetrate. Pezzi di cinema grandissimo, semplicemente. Un film che sa anche restituire bene il clima ideologizzato fino all’intossicazione di quel tempo. Se aveste visto un paio di anni fa Potiche di François Ozon con Catherine Deneuve, divertissement di gran gusto e intelligenza, vi renderete conto di come debba moltissimo a questo Tout va bien, di cui è una sorta di citazione e rivisitazione pochadistica.
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Un film di Godard stasera (tardi) in tv: CREPA PADRONE, TUTTO VA BENE (giovedì 31 ottobre 2019, tv in chiaro)
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